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Il nostro metodo

Il nostro modo di lavorare la vite combina le migliori tradizioni del passato alle moderne tecnologie. La nostra viticoltura convenzionale-integrata, mirata al rispetto dell’equilibrio naturale e della biodiversità, ci ha consentito, negli ultimi anni, vendemmie abbondanti, riducendo nel contempo  il numero di interventi in vigneto e di conseguenza il consumo di carburante e di inquinanti derivati dai motori endotermici delle trattrici.

Siamo cresciuti nell’eco-sostenibilità, obiettivo che rappresenta il vero traguardo dell’agricoltura moderna. Consumare meno carburante vuol dire anche allungare la vita ai mezzi meccanici e quindi non produrne altri che sono, a loro volta, fonte di produzione di anidride carbonica da parte delle fabbriche.

E, aspetto più importante, abbiamo tutelato la sensibilità dei nostri clienti producendo vini che non contengono residui di fitofarmaci.

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Salvaguardia della specie e parassiti

La vite è una pianta dalla quale raccogliamo il frutto che chiamiamo uva. Essa, come tutti gli esseri viventi, ha lo scopo di salvaguardare la specie; quindi quando il seme contenuto nelle bacche o acini (e non chicchi d’uva, in quanto non è un cereale) è maturo, presenta quei caratteri d’appetibilità che gli animali istintivamente comprendono: il colore giallo dorato dell’uva bianca, l’elevata presenza di zucchero, la bassa acidità e i tannini non più astringenti, inducono l’animale a mangiare il frutto, che verrà trasportato nell’intestino e disseminato altrove, “seminando” la specie.

In natura, tuttavia, ci sono esseri viventi che, per garantirsi la sopravvivenza, necessitano di sfruttare altri organismi, causando in questi ultimi danni importanti senza necessariamente causarne la morte. Anche la vite subisce attacchi da parte di parassiti quali muffe, insetti, batteri, in particolare nelle aree del Nord dove la maggiore piovosità crea un ambiente più favorevole alla pressione di questi patogeni. Alcuni parassiti sono presenti sin dall’origine dell’esistenza della vite europea, coevolvendosi con essa in una sorta di equilibrio poco pericoloso per le produzioni; per quelli arrivati in Europa dal continente americano, come fillossera, peronospora e oidio, non esistono freni inibitori al loro sviluppo se non i trattamenti o gli accorgimenti adottati dall’uomo. Ciò rende necessari interventi di salvaguardia sui vitigni, da sostenere con più frequenza.

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Prodotti naturali e prodotti chimici

Nel corso dell’evoluzione, l’uomo è passato da uno stile di vita nomade di caccia e raccolta, ad uno sedentario di coltivatore-allevatore, che lo ha portato a doversi confrontare con lo sviluppo nelle coltivazioni di esseri viventi antagonisti, responsabili di alterazione del substrato alimentare in cui si riproducono rendendolo non commestibile.

La vera rivoluzione per le colture è stata l’avvento della chimica di sintesi, che ha portato alla scoperta di sostanze in grado di contrastare le malattie causate dai parassiti patogeni. Per prodotto chimico si intende ogni molecola (naturale o di sintesi) che nasce da una reazione chimica come conseguenza della ricombinazione dei legami che uniscono gli atomi delle sostanze di partenza (reagenti). Le sostanze chimiche utilizzate come fitosanitari vengono sintetizzate dall’uomo e, contrastando la crescita di esseri viventi patogeni, possono anche avere, a prescindere dalla loro natura, effetti collaterali sugli organismi ospitanti. Spesso si è, quindi, portati a pensare che le sostanze chimiche siano dannose a priori e che le sostanze naturali, in quanto tali, siano innocue o minimamente dannose. Purtroppo non sempre è vero.

I raggi ultravioletti sono naturali, ma possono portare all’insorgere di tumori e melanomi, principali cause di morte legata ai raggi UV. In natura sono presenti funghi le cui micotossine o veleni possono uccidere sia direttamente che indirettamente, entrando nella filiera alimentare attraverso colture contaminate principalmente di cereali. Sono di origine naturale anche alcuni contaminanti degli alimenti come Salmonelle, Campylobacter ed Escherichia Coli, batteri in grado di produrre effetti tossici anche molto dannosi nell’organismo umano.

Pensiamo, infine, come lo sversamento in mare del carico di una petroliera (il cui contenuto è di origine organica, vegetale) costituisca un danno serissimo all’ambiente e conseguentemente alla salute dell’uomo.

Ciò nonostante, nell’immaginario collettivo è soprattutto la chimica, inventata dall’uomo (di sintesi), il vero inquinante dannoso per l’uomo e per l’ambiente, alla quale si attribuisce anche la colpa di essere fonte di diseguaglianza sociale in quanto legata a società multinazionali e di conseguenza a diverse opportunità di accesso.

Anche in questo caso sono doverosi i distinguo.

Nel 1850 l’aspettativa di vita media nel centro Europa era di 40 anni, nel 1960 la media si aggirava intorno ai 69 anni e secondo i dati Istat, nel 2019 in Italia, l’aspettativa di vita alla nascita era di 82,98 anni. Questo continuo aumento è stato possibile verosimilmente anche grazie alla chimica di sintesi intesa sia come farmaci utilizzati per la prevenzione e cura delle malattie che come prodotti che rendono più sicure le derrate alimentari come i fitofarmaci (seguendo un andamento gaussiano, cioè aumentando le molecole antiparassitarie aumenta la produzione per poi non incrementare; continuando con l’aumento della chimica le derrate diminuiscono).

Ma allora da dove nasce la legittima e crescente esigenza di utilizzare meno chimica di sintesi? Probabilmente dall’eccessivo utilizzo dei fitofarmaci, non sempre razionalizzato e proporzionato alle reali necessità delle coltivazioni. Negli anni ’80 ci si è infatti spinti verso un vero e proprio abuso. Oggi però la quantità di fitofarmaci per unità di derrata alimentare è stata più che dimezzata e sono state bandite il 70 % delle molecole chimiche utilizzate in passato proprio perché ritenute NON SICURE per la salute umana. Possiamo affermare che oggi i cibi sono più sani grazie al minor utilizzo di questi prodotti chimici e all’impiego di molecole ben più biodegradabili.

La risposta a decenni di spensierato consumo è stata necessariamente l’esigenza di approfondire le conoscenze, studiare maggiormente i possibili effetti dannosi per la salute dell’uomo e affinare le competenze dei coltivatori per evitare l’impiego di eccessivi prodotti chimici di sintesi sostituendoli il più possibile con prodotti naturali e sviluppando pratiche agronomiche innovative. Da questi principi si è evoluto il concetto di agricoltura biologica.

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L'approccio di Tenuta la Vigna

Agricoltura Convenzionale-Integrata nel completo rispetto della salute e della sostenibilità

La nostra filosofia, elaborata nel rispetto del principio della sicurezza e della tutela della salute, vuole richiamare il concetto metaforico di una sana alimentazione integrata all’attività fisica e se necessario all’utilizzo di una corretta terapia farmacologica, finalizzata ad ottenere l’efficacia con il minimo quantitativo necessario. Ciò richiede il supporto costante di un professionista con le indispensabili competenze tecniche per  analizzare i problemi e individuare le strategie d’intervento più appropriate, combinando ed alternando i diversi tipi di intervento senza enfatizzare troppo l’origine naturale di una molecola a prescindere dai potenziali effetti dannosi o demonizzare a priori la chimica. Tenuta la Vigna, in questi anni, con la continua ricerca dell’equilibrio tra necessità produttive, ricerca, formazione professionale e consapevolezza etica, ha cercato di perseguire gli obiettivi di efficacia alla lotta fitopatologica, utilizzo e consumo parsimonioso di carburante e assenza di residui di fitofarmaci di sintesi nel vino.

Nessuna attività tossicologica, ridotta impronta carbonica, assenza di fitofarmaci certificata

I prodotti fitofarmaci di sintesi in utilizzo nella Tenuta sono insetticidi chimici a basso impatto, con uno spettro insetticida limitato alla fase di crescita dell’insetto e quindi molto rispettosi di insetti e acari utili e preziosi. Essi, inoltre, non hanno attività tossicologica rilevata e dimostrata e non causano effetti neurotossici sull’uomo durante l’utilizzo-manipolazione. Tutti gli interventi fitosanitari effettuati nel corso della stagione di coltivazione vengono registrati tramite la redazione del Quaderno di Campagna per avere tracciabilità di tutti i prodotti e delle quantità utilizzate.

In questo modo si è riusciti a combinare diverse strategie prendendo il lato positivo di ogni metodo.

Il risultato è entusiasmante.